lunedì 12 marzo 2012

Cucendo le parole

Sono settimane che ci penso, senza arrivare a nulla. Pensieri sparsi e così sciocchi. Pensieri che turbano il mio sonno, senza portarmi a nulla.
Stamattina, però, ho preso il toro per le corna e, dopo aver avuto l'illuminazione nel dormiveglia, l'ho buttato giù.
Ho scritto l'editoriale per il giornalino della scuola. Che faticaccia. Volevo un qualcosa di motivazionale e di originale. Temo di essere scivolata nello scontato a piè pari ma, in questo periodo di stress, non ho saputo fare di meglio e, inoltre, non è proprio facile parlare agli adolescenti. A dire il vero, appena l'ho inviato alla redazione mi si sono aperte le dighe del cervello e giù pensieri ma, vabbé, il dado è tratto.
Sono passati circa dieci anni dal mio ultimo articolo sul giornale del mio liceo. Scrivevo nella rubrica viaggi. Non ricordo di aver mai scritto del Portogallo, ma sono certa di aver scritto dell’Isola di Madeira.
Da allora sono cambiate molte cose, ho vissuto in Francia e ora sono qui, in Portogallo.Aver respirato l’atmosfera poetica, caotica e unica di Parigi prima, e la tranquillità, la gentilezza di Santo Tirso, splendida con i suoi tulipani, adesso fanno di me una privilegiata. Inoltre, sono nata in un paese meraviglioso , pieno di storia, di arte, di cultura, con paesaggi che sembrano quadri. Sono fortunata. E lo siete anche voi.  Ci pensavo ieri, mentre guardavo l’oceano, scenario sconosciuto per me, bellissimo.  Giorno dopo giorno percepisco quanto il Portogallo sia, con il fascino discreto e silenzioso, tipico degli amori indissolubili, ammaliante. Siete fortunati
So che vivere in un paese bellissimo non basta per essere felici, soprattutto adesso. Soprattutto in questo periodo storico, dove tutti sono troppo impegnati a gridare alla crisi per ascoltare i ragazzi. Potrà sembrarvi che stare immobili e non pensarci  sia l’unica soluzione, aspettando che passi.
Invece non passerà, non senza il vostro aiuto.
Gli adulti non sono poi così intelligenti come sembrano, per cui c’è bisogno anche di voi.
Sarà necessario studiare molto, ma non per gli esami finali. Lo sarà per capire se c’è un’alternativa a questa situazione. Se uno non ha un bagaglio culturale, sarà sempre manovrato da discorsi che non capisce. Studiare permette di ragionare con la propria testa, evitando di seguire le mode imposte da qualcuno, magari molto meno intelligente di voi. Studiando, avrete le competenze, ragionerete con la vostra  testa, sarete uomini e donne  indipendenti  e liberi. Cosa che farà paura a molti all’inizio, ma poi vi apprezzeranno  e se non lo faranno, avrete imparato che non si può piacere a tutti, ma si sopravvive ugualmente.
Sarà necessario avere il coraggio di partire, di lasciare per un po’ la propria famiglia, i propri amici, le proprie abitudini.  Viaggiando vedrete scenari nuovi, conoscerete gente interessante, ascolterete nuove lingue; certe cose vi stupiranno, altre vi colpiranno, altre le farete vostre.  Capirete che il razzismo, l’omofobia, gli estremismi con ogni forma di violenza sono concetti che possono appartenere solo al passato, solo a persone ottuse, lasciatemelo dire. Viaggiando apprezzerete cose di cui ignoravate l’esistenza, mangerete cose che non avreste mai pensato di mangiare e che vi disgustavano. Viaggiando imparerete a ricredervi, cadranno i vostri preconcetti e capirete che la gran parte degli stereotipi sono falsi.Io, ad esempio, sono italiana, sono puntuale, non mi piace il caffè, bevo un litro di tè caldo al giorno (anche in estate), adoro il cous cous, vorrei imparare l’ebraico, uso un’erba tipica dei paesi arabi per colorarmi i capelli e ho amici in ogni continente.
Viaggiando imparerete ad amare il posto dove siete nati, lo guarderete con occhi diversi, apprezzerete i suoi difetti (dopo aver conosciuto quelli altrui!). Lo stesso sarà per la vostra gente; lontani da casa darete spiegazioni a gesti che oggi non capite, vi renderete conto dei sacrifici dei vostri genitori e li ringrazierete. Vi riempirà il cuore la fedeltà di alcuni amici d’infanzia e soffrirete per quelli che saranno spariti, non temete li rimpiazzerete molto presto. Aprendovi al mondo imparerete la tolleranza, capirete che non tutto quello che la televisione dice è reale , imparerete a contare su voi stessi. Virtù fondamentale.
Credi in te stesso. Se non ci credi tu, perché dovrebbero farlo gli altri? Non sei così male, come pensi.
Quando dovevo andare all’università e sostenere l’esame di ammissione ero angosciata; il mio professore del liceo, alle mie lamentele mi disse: ‘Avrai a che fare con ragazzi molto intelligenti e studiosi, certo, ma anche con molti sfaticati e poco motivati. Se ti impegni riuscirai a fare quello che vuoi’
Aveva ragione.  Ho collezionato sconfitte e delusioni, che mi hanno insegnato a non mollare. Ho vissuto un evento tragico, un terremoto fortissimo che ha distrutto la città dove vivevo e con essa quella che era la mia vita, ho dovuto raccogliere quello che restava e andare avanti.  Piano piano ce l’ho fatta, grazie a Dio e alle persone che amo.
Scegliete perciò amici sinceri, ci saranno sempre e  non vi abbandoneranno quando sarete insopportabili, vi sgrideranno ma lo faranno per il vostro bene. Sceglieteli che non siano invidiosi e non lo siate mai. L’invidia serve solo a logorarvi.
Nella  vita, molte volte vi ritroverete in mezzo alle tempeste. Passeranno. Avete mai sentito di una tempesta perenne? No, la natura è saggia. Siatelo anche voi.Non mollate, non vi arrendete, siate sordi alle cattiverie e dite la vostra con pacatezza e fermezza, quando non siete d’accordo. Non gridate, che nessuno vi ascolterà. Agite piuttosto. E non lamentatevi.
Non lamentatevi se avete troppo da studiare. Ci sono cose che, nell’immediato, non possiamo cambiare. Concentratevi e lavorate. Avrete più tempo per divertirvi, per vedere il mondo. Approfittate della natura, mettetevi un i-pod nell’orecchie e fatevi una passeggiata.
Siate curiosi, ottimisti, entusiasti. La vita può essere un’avventura meravigliosa
Comunque sia, questo oramai è scritto. Ripongo le mie speranze nella notte. Insonnia vade retro.

mercoledì 7 marzo 2012

La mia battaglia persa

La mia camera sembra un'istallazione di arte moderna. Non scherzo. Se solo ci fosse qualcuno competente nei paraggi, potrebbe sottoscriverlo.
Ha anche quel nonsoché di cinematografico. Saranno le ante spalancate dell'armadio in stile horror asiatico.
Ed è cosmopolita, con un bicchiere vuoto di Pepsi, che fa tanto arredamento.
La mia camera è un'apocalisse, è un disordine cosmico, è quello che resta dopo un'esplosione violenta.
Dicono che ammettere di aver un problema, avvicini alla soluzione. Dicono, inoltre, che bisogna avere l'umiltà di chiedere aiuto. (A pensarci bene, ma quante cose si dicono e chi le dice? vabbé, non é tempo di sofismi.)
Per cui, ti prego, Mary Poppins materializzati qui.
Se proprio non puoi, mandami Rossella O'Hara, la sua teoria mi sarà fondamentale stasera!