Sono rientrata sotto una tempesta mostruosa, con i piedi bagnati.
d'altronde, stamattina alle 7, il mio primo pensiero, ancora sotto il piumone, (ebbene si',non ci si crede) e' stato: 'oggi e' il giorno giusto per comprarmi le calosce' (o gli stivali da pioggia di gomma, se piu' vi piace). Poi ho desistito; non che non siano fighi, per carita'.
Il periodo di ristrettezze economiche, lo spazio esiguo che tra poco dovro' uscire per far spazio agli oggetti, il sentore che il piede non sia proprio a suo agio li' dentro, mi hanno indotta a pensare: 'ma tanto smettera', e' una spesa inutile'. Mi sbagliavo, e' andata di bufera fino a stasera.
Adesso che mi fermo a pensarci su, scopro di avere i brividi, brividi di paura della violenza ma anche di paura della rabbia, che comunque genera violenza.
(Nella mia testa, questo post doveva andare avanti dicendo che mangero' qualcosa di schifoso per tirarmi su, anche se poi non e' vero visto il mio nuovo regime alimentare salutista. Pensavo di scrivere che cerchero' qualcosa di divertente da leggere in internet, o lavorare solo alla parte che mi piace. Ma non so perche' questo, adesso, mi sembra fuori luogo. Forse perche' non posso non pensare a cosa spinge un uomo ad ammazzare una donna, in maniere diverse ma sempre cosi' brutali, per il solo fatto di decidere di porre fine alla vita di un'altra. Mi sforzo ma nella mia testa non ci sono concetti di gelosia, possesso, onore che tengano.
E' follia? E' malattia? C' e' un grande fattore culturale? E' l'influenza di una televisione spazzatura, di tutto un mondo dove la donna e' uno splendido accessorio e dove l'uomo non deve chiedere mai?
Non lo so, forse tutto questo, forse no.
Potrei dire tante cose, cadrei nella retorica e le parole, si sa, sono spesso fonte di malintesi.
Ma voglio fare il mio e, nella settimana dell'Europa, parlero' con i ragazzi di questo, per capire ed ascoltare, ma anche per spiegare. Per dirgli fondamentalmente questo: restiamo umani.
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