Dicono che il segreto e' respirare, magari in un sacchetto. Io non ci ho mai provato perche' sono pigra e, mentre affondo nei miei pensieri, di alzarmi ed andare a cercare un sacchetto, proprio non ci penso.
Non respiro neppure quando l'onda dei pensieri mi sommerge, resto in apnea. So che di tanto in tanto arriva, come arriva la primavera, come arriva la storta alle caviglie quando sono distratta, come arriva la busta della spesa troppo pesante.
Eppure ogni volta mi sorprende, mi trova impreparata; mi travolgono le mie sconfitte, le cose andate storte, le cose che ancora devo fare e mi sembrano impossibili, i momenti che ho perso, le occasioni sfumate.
Sembra di affogare. Le mie orecchie sembrano percepire solo due parole in un mare di lettere e suoni: 'se avessi'.
Non ci sono braccioli per resistere a questa mareggiata mentale. Deve passare.
E passa. So nuotare e conosco le acque della mia testa; faccio il morto e intanto il peggio passa, allora ricomincio a battere i piedi.
Arrivo a dorso a riva, un po' ammaccata ma niente di grave, in genere.
Oggi mentre nuotavo e ricominciavo a respirare, pensavo a quanta fortuna ho. Ieri, ad esempio, ho preso un treno che era gia' partito; la mia amica l'ha fermato per me. Una scena surreale, il controllore-macchinista mi ha gridato qualcosa che, per mia fortuna immagino, non ho capito ma alla fine mi ha sorriso e ho fatto un viaggio meraviglioso. Un treno lento che costeggiava un fiume e poi si avvicinava all'oceano, poi tornava tra i boschi e io sempre li' a sperare di rivedere quell'azzurro sconfinato, che ti libera e allo stesso tempo ti spaventa.
E poi stanotte, ho fatto un sogno strano ma ho visto una persona che mi manca tanto e avrei voluto non finisse mai.
Tutto ciò di cui ho bisogno è amore. Ma un po' di cioccolata, ogni tanto, non fa male.
lunedì 30 aprile 2012
E sentii in gola il nodo gordiano...
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Ubicazione:
Santo Tirso, Portogallo
giovedì 26 aprile 2012
Under pressure...under the rain...under
Ho sempre sostenuto che lavorare sotto pressione mi garba.
Allora perche' non scrivere un post da una tastiera senza lettere accentate in una sala gremita di gente, che parla in un' altra lingua, che lavora, che stampa, fotocopia e incolla, ride, mangia, scive mail e si lamenta, a ragion veduta, del freddo inclemente?
Tutto cio' perche' il mio computer e' andato in vacanza, giusto per non essere brutali e dire che ha deciso di abbandonarmi. Ci ho provato in tutte le lingue a dirgli che deve lottare e resistere almeno fino a maggio.
Spero di essere stata convincente, ma ad ogni modo, considerato che la mia arte oratoria non e' piu' quella del periodo aureo del liceo classico, l'ho consegnato ad un tipo, che pare faccia miracoli.
Al computer, si aggiungono raffreddore, pioggia, freddo e vento atlantico.
Eppure, sono viva e lotto insieme a voi. Mi chiedo solo dove sia andata la mia primavera.
Senza pc e internet e senza sole, ho gia' riletto i libri che avevo con me, scaricato il mio i-pod, mangiato una quantita' di biscotti indicibile...che mi resta da fare?
Accetto proposte.
Allora perche' non scrivere un post da una tastiera senza lettere accentate in una sala gremita di gente, che parla in un' altra lingua, che lavora, che stampa, fotocopia e incolla, ride, mangia, scive mail e si lamenta, a ragion veduta, del freddo inclemente?
Tutto cio' perche' il mio computer e' andato in vacanza, giusto per non essere brutali e dire che ha deciso di abbandonarmi. Ci ho provato in tutte le lingue a dirgli che deve lottare e resistere almeno fino a maggio.
Spero di essere stata convincente, ma ad ogni modo, considerato che la mia arte oratoria non e' piu' quella del periodo aureo del liceo classico, l'ho consegnato ad un tipo, che pare faccia miracoli.
Al computer, si aggiungono raffreddore, pioggia, freddo e vento atlantico.
Eppure, sono viva e lotto insieme a voi. Mi chiedo solo dove sia andata la mia primavera.
Senza pc e internet e senza sole, ho gia' riletto i libri che avevo con me, scaricato il mio i-pod, mangiato una quantita' di biscotti indicibile...che mi resta da fare?
Accetto proposte.
Ubicazione:
Santo Tirso, Portogallo
venerdì 13 aprile 2012
Mi hanno preso per pazza, ma come dargli torto? Non ti aspettavo ma sei arrivata e allora ho aperto l'ombrello, messo le cuffie e cantato a squarciagola, schivando le piccole pozzanghere. Qui, come non mai, calvalco l'onda del 'tanto non mi conosce nessuno'.
Ben arrivata pioggia.
Mancavi, anche se non a me. Rendi tutto grigio ma magico e passare con te questo fim de semana a me non dispiace. Certo non saremo sole, saremo io, te e il mio lavoro, che solo a pensarlo si moltiplica.
Non potrò uscire di casa, dovrò limitare le mie ore di sonno, combattere con power point vari e organizzare un discorso credibile ma il tempo è dalla mia, ce la farò.
Quello che mi preoccupata è che non sono affatto preoccupata, anzi sono quasi allegra. Sarà il cioccolato o sarà questo posto, che mi piace sempre più?
Meglio non indagare e guardare la pioggia sul vetro, pensare che fuori c'è un vento pazzesco perciò mi è andata bene essere rientrata presto, altrimenti stasera avrei avuto un mal di testa 'da tornado'. (Qui nessuno ne soffre, sono l'unico esemplare, parrebbe, a cui il vento si pianta in fronte, mah)
Mentre la terra si rigenera, dopo mesi di secca, approfitterò per lavorare a modo, cucinare qualcosa di stratosfericamente buono, guardare quei film che ho in sospeso da mesi e fare due foto (cosa che merita un capitolo a parte, vista la mia totale incapacità).
Se mi conosco, domenica sera non avrò fatto nulla di ciò e sarò scioccata perchè il lunedì mi è arrivato alle spalle e mi ha colto di sorpresa.
Ben arrivata pioggia.
Mancavi, anche se non a me. Rendi tutto grigio ma magico e passare con te questo fim de semana a me non dispiace. Certo non saremo sole, saremo io, te e il mio lavoro, che solo a pensarlo si moltiplica.
Non potrò uscire di casa, dovrò limitare le mie ore di sonno, combattere con power point vari e organizzare un discorso credibile ma il tempo è dalla mia, ce la farò.
Quello che mi preoccupata è che non sono affatto preoccupata, anzi sono quasi allegra. Sarà il cioccolato o sarà questo posto, che mi piace sempre più?
Meglio non indagare e guardare la pioggia sul vetro, pensare che fuori c'è un vento pazzesco perciò mi è andata bene essere rientrata presto, altrimenti stasera avrei avuto un mal di testa 'da tornado'. (Qui nessuno ne soffre, sono l'unico esemplare, parrebbe, a cui il vento si pianta in fronte, mah)
Mentre la terra si rigenera, dopo mesi di secca, approfitterò per lavorare a modo, cucinare qualcosa di stratosfericamente buono, guardare quei film che ho in sospeso da mesi e fare due foto (cosa che merita un capitolo a parte, vista la mia totale incapacità).
Se mi conosco, domenica sera non avrò fatto nulla di ciò e sarò scioccata perchè il lunedì mi è arrivato alle spalle e mi ha colto di sorpresa.
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Santo Tirso, Portogallo
lunedì 2 aprile 2012
Mi devo ricucire
Il tempo vola. A volte, seduta su un prato, lo guardo passare; a volte, é lui che guarda me correre, lasciandomi indietro pezzi, libri e cose. Mi cadono mentro corro, mentre scendo dall'aereo, mentre vado a lavoro in ritardo col sole .
Non si ferma e non lo ha mai fatto, salvandomi, quando da sola non sapevo farlo, o ferendomi, quando a difendermi non ci pensavo.
Mi ha ricucito, ha ricucito ferite dolorose più o meno bene, ricuce ogni giorno ricordi con precisione chirurgica.
Sa lasciarsi cucire.
Con due ferri ed un gomitolo di lana, ho 'cucito' la mia pezza. Più grande delle mie mani e più piccola del mio dolore. E' una voce, che con altre 3000 voci, dice 'Mettiamoci una pezza' sulla nostra città.
Dopo 3 anni, dopo tante lacrime, dopo tanto vuoto.
Lo capisco solo ora che il più bisognoso di una pezza era il cuore.Saperlo rattoppato con fili colorati mi rassicura.
Non si ferma e non lo ha mai fatto, salvandomi, quando da sola non sapevo farlo, o ferendomi, quando a difendermi non ci pensavo.
Mi ha ricucito, ha ricucito ferite dolorose più o meno bene, ricuce ogni giorno ricordi con precisione chirurgica.
Sa lasciarsi cucire.
Con due ferri ed un gomitolo di lana, ho 'cucito' la mia pezza. Più grande delle mie mani e più piccola del mio dolore. E' una voce, che con altre 3000 voci, dice 'Mettiamoci una pezza' sulla nostra città.
Dopo 3 anni, dopo tante lacrime, dopo tanto vuoto.
Lo capisco solo ora che il più bisognoso di una pezza era il cuore.Saperlo rattoppato con fili colorati mi rassicura.
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L'Aquila
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